L’uso dell’intelligenza artificiale nel mondo dell’arte sta trasformando il nostro concetto di creatività. Cosa succede, però, quando un’opera è generata da un’AI? Chi ne è davvero l’autore? E soprattutto: può essere tutelata dal copyright Ai?
La Corte di Cassazione italiana ha tracciato una linea chiara: un’opera può essere protetta dal diritto d’autore solo se esiste un apporto creativo umano significativo. In sostanza, l’AI può essere un alleato potente, ma non può sostituire la mano – o la mente – dell’artista. Il punto cruciale è proprio questo: quanto basta per definire un’opera davvero “umana”? Non ci sarà mai in Italia una vera protezione del copyright Ai?
Scrivere un prompt, per quanto dettagliato, potrebbe non bastare. Il valore giuridico si sposta verso un coinvolgimento attivo: l’editing, la composizione, la rielaborazione. Non basta istruire una macchina. Serve visione, scelta, interpretazione. È in questo spazio sottile che si gioca il futuro dell’arte generativa.
Immagina un artista che utilizza l’AI per creare un quadro astratto. La macchina genera forme e colori, ma l’artista interviene, aggiunge dettagli, modifica l’equilibrio, sovrappone una logica visiva personale. In quel momento l’opera diventa sua, perché contiene un’impronta creativa inconfondibile. Lo stesso vale per un compositore che si affida all’AI per una melodia di base, ma poi ne cambia l’armonia, la struttura, l’orchestrazione. In entrambi i casi, il diritto d’autore si fonda sulla presenza umana che dà forma e senso al risultato.
Il punto di rottura potrebbe arrivare quando smettiamo di considerare l’AI uno strumento e iniziamo a vederla come un co-autore. Se quel momento arriverà, non sarà solo il diritto a essere messo in discussione, ma l’intera definizione di cosa significhi “creare”. In un’epoca in cui l’algoritmo partecipa attivamente al processo, chi potrà davvero dirsi autore?
E se l’autore tradizionale scomparisse? Se la figura dell’artista diventasse qualcosa di diverso da ciò che abbiamo sempre conosciuto? L’AI non cancella la creatività, ma la deforma, la dilata, la mette alla prova. È possibile che emergano nuove forme d’arte che non avremmo mai potuto immaginare. Ma in questo nuovo scenario, come si stabilisce cosa ha valore?
Forse la tecnologia non è solo uno strumento o un co-autore. Forse è una fonte d’ispirazione. Una provocazione continua che costringe l’artista a ridefinirsi. E qui entra in gioco la responsabilità: quella di non rinunciare alla propria voce, anche quando la macchina sembra più veloce o più brillante.
Per un approfondimento giuridico serio e aggiornato, puoi leggere l’analisi di Agenda Digitale, che affronta in modo comparativo la situazione italiana e quella statunitense sul copyright Ai.
Il dibattito, alla fine, è più aperto che mai. La questione non è soltanto legale, ma filosofica, identitaria. Cosa significa creare oggi, quando l’intelligenza artificiale è ovunque? E soprattutto: cosa significherà domani?e che cos’e il vero Copyright Ai?
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“L’arte è ciò che rende la vita più interessante dell’arte stessa.”
— Robert Filliou
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